Pensione gennaio 2025 più ricca ma non per tutti: chi avrà la maggiorazione e perché

Quali saranno gli importi, comprensivi delle rivalutazioni, delle pensioni erogate nel mese di gennaio 2025? Tutte le cifra da conoscere

Dopo la tredicesima, una delle mensilità più attese dai pensionati italiani è certamente quella del mese di gennaio. Il motivo è legato al fatto che l’importo potrebbe, rispetto a quello erogato nei mesi precedenti, variare sulla base di molteplici fattori. E, proprio come accaduto negli ultimi anni, aumentare consentendo di far fronte alle prime spese del mese con minore stress.

Banconote da 50 euro
Pensioni più elevate nel 2025? Che cosa cambia con il cedolino di gennaio (uilcalecce.it)

Dalle decisioni del Governo inserite nella Manovra alle rivalutazioni pensionistiche in virtù dell’andamento inflazionistico, le cifre versate dall’Inps agli ex lavoratori possono aumentare o ridursi. Dunque che cosa accadrà tra pochi giorni? Scopriamo il calendario dei pagamenti e le novità del cedolino della prima mensilità del nuovo anno.

Cedolino pensione di gennaio 2025, importi e rivalutazione Istat. Che cosa cambia

Iniziamo subito con il confermare che, effettivamente, il mese di gennaio porterà con sé alcune novità per quanto riguarda l’importo della pensione. Il motivo principale è legato proprio agli effetti della rivalutazione annuale prevista per legge: questa potrebbe sembrare un’ottima notizia ma occorre ricordare che parte di questi aumenti vengono sempre compensati dalle trattenute fiscali. I pensionati hanno già la possibilità di visionare il cedolino consultandolo in forma digitale attraverso l’area riservata del sito Inps: l’importo, al netto delle trattenute e di eventuali conguagli a debito o a credito, a quanto ammonterà?

Persona davanti a sede Inps
Pensioni gennaio 2025, il tasso di perequazione è dello 0,8% (uilcalecce.it / Fonte Ansa)

Per saperlo occorre tenere presente che la perequazione automatica dei trattamenti pensionistici per il 2025 prende come riferimento il tasso dello 0,8% che è stato stabilito, sulla base dei dati Istat sull’inflazione, dal Mef. Il 100% del tasso viene applicato per le pensioni fino a tre volte il trattamento minimo Inps mentre per quelle tra tre e cinque volte e per quelle superiori a cinque volte il minimo si scende al 90 e al 75% del tasso. Chi prende pensioni elevate, dunque, riceverà in proporzione un aumento inferiore. Ricordiamo che l’indice di rivalutazione dello 0,8% è provvisorio in quanto un eventuale conguaglio verrà applicato nel 2026.

Ed occorre anche tenere presente che dalla rivalutazione sono escluse le prestazioni di accompagnamento alla pensione. Pertanto chi riceve indennità di espansione, Ape sociale, isopensione o assegni straordinari non percepirà alcun aumento dal momento che essi non fanno capo alle prestazioni pensionistiche. In questi casi la somma erogata resterà la medesima del 2024.