ISEE 2025: cosa rischi se ometti o dimentichi la giacenza di una carta

L’Isee è fondamentale per la richiesta di bonus o agevolazioni, ma cosa accade presentando una dichiarazione errata?

Durante le prossime settimane, saranno numerosi i contribuenti italiani che dovranno provvedere a richiedere la nuova certificazione Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), dato che quella valida per l’anno 2024 è scaduta lo scorso 31 dicembre.

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ISEE 2025: cosa rischi se ometti o dimentichi la giacenza di una carta (Uilcalecce.it)

L’attestazione, che fotografa la situazione reddituale e patrimoniale del nucleo familiare richiedente, diviene fondamentale per richiedere bonus ed agevolazioni erogati dallo Stato o dall’Inps. In alcuni casi, l’Isee è necessario per l’accesso, mentre in altri per il calcolo delle somme erogate. Molti, in tal senso, si chiedono cosa accade quando viene presentata una certificazione sbagliata. Vediamo cosa dice la legge in merito.

Isee errato, cosa accade in questi casi? Tutto quello che c’è da sapere

Già a partire dai primi giorni di gennaio è possibile richiedere il nuovo Isee per il 2025. La certificazione 2024, difatti, non è più valida dal 31 dicembre. I contribuenti, dunque, in queste settimane dovranno fare richiesta in modo da poter presentare domanda per bonus ed agevolazioni anche durante il nuovo anno.

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Isee errato, cosa accade in questi casi? Tutto quello che c’è da sapere (Uilcalecce.it)

Per ottenere alcuni sostegni economici, come l’Assegno di Inclusione o la Carta Dedicata a Te, è necessario essere in possesso della certificazione, mentre per altri, come il bonus nido o l’Assegno Unico Universale, la situazione reddituale determina l’importo erogabile. Per tale ragione, anche durante il 2025, molte famiglie dovranno richiedere l’attestazione usufruendo dei servizi online per il rilascio (portale Inps) o rivolgendosi ad un Caf o un patronato. In entrambi i casi, è richiesta la Dsu (Dichiarazione Sostitutiva Unica), il documento contenente tutte le informazioni anagrafiche, reddituali e patrimoniali che consentono di calcolare l’Isee.

Se questo documento dovesse presentare qualche errore, dunque, anche la certificazione non sarà corretta. Presentando un Isee errato per la richiesta di una determinata agevolazione o per un bonus, sarà l’Inps ad effettuare i controlli comunicando al contribuente eventuali anomalie che potrebbero comportare sanzioni amministrative o, nei casi più gravi, penali.

Nel dettaglio, percependo indebitamente una somma erogata da enti o dallo Stato presentando documenti falsi o omettendo informazioni necessarie si rischiano, oltre alla revoca del contributo, delle sanzioni che variano in base all’importo percepito indebitamente. Se quest’ultimo non supera i 3.999, 96 euro la sanzione varia da 5.164 euro a 25.822 euro, ma non può essere superiore al triplo della somma erogata. Oltre la soglia appena indicata (3.999, 96 euro), si rischia la reclusione da 6 mesi a 3 anni. Inoltre, l’Ente provvederà al recupero degli importi percepiti indebitamente.

È necessario sapere che un Isee sbagliato può essere corretto attraverso il modello integrativo FC3 o, in alternativa, inviando una nuova Dsu che servirà al ricalcolo. In entrambi i casi l’inoltro deve avvenire entro 15 giorni dalla presentazione della certificazione.

Cosa accade se l’errore è stato commesso da un Caf o da un professionista per negligenza? In questi casi, il richiedente può inviare una diffida chiedendo la correzione degli errori ed eventualmente richiedere il risarcimento se lo sbaglio ha comportato la perdita di un bonus o un’agevolazione.

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