IMU 2025, il documento da presentare al Comune: possono scattare sanzioni

Oltre a quelle fissate per il pagamento, esiste un’altra scadenza per alcuni contribuenti che versano l’Imu (l’Imposta Municipale Propria).

Lo scorso 16 dicembre è scaduto il termine per versare la seconda rata dell’Imu (Imposta Municipale Propria), tassa dovuta da chi possiede immobili, salvo la prima abitazione, fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli.

Anche durante il 2025, l’Imu potrà essere versata in un’unica soluzione o in due tranche. Nel primo caso il pagamento dovrà avvenire entro lunedì 16 giugno, mentre scegliendo la rateizzazione le date previste sono: lunedì 16 giugno per l’acconto e martedì 16 dicembre per il saldo. Inoltre, entro il 30 giugno 2025 per alcuni contribuenti è fissata un’altra scadenza relativa sempre all’Imposta Municipale Unica. Chi non rispetta tale termine rischia pesanti sanzioni.

Dichiarazione Imu, quando è necessario presentare al Comune il documento

Fra qualche mese, milioni di contribuenti dovranno versare l’Imu relativa al 2025. Le scadenze, seguendo quelle fissate durante gli scorsi anni, dovrebbero essere, come anticipato: lunedì 16 giugno (pagamento in un’unica soluzione o acconto) e martedì 16 dicembre (saldo).

Il 30 giugno, invece, è fissato il termine ultimo per presentare la Dichiarazione Imu che non va confusa con l’imposta o il suo pagamento. Si tratta, difatti, di un documento attraverso cui si comunicano eventuali variazioni degli immobili posseduti e che possano determinare modifiche dell’importo dell’Imu da pagare. La Dichiarazione Imu non deve essere presentata annualmente dai proprietari di immobili, fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli, ma solo nel caso di modifiche.

Nello specifico, il documento deve presentato in via telematica o di presenza presso gli uffici del Comune di competenza entro e non oltre il 30 giugno dell’anno successivo alle variazione intervenute. Attraverso il documento, gli organi competenti aggiorneranno i dati calcolando l’importo esatto dell’Imu che deve essere versato.

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito i casi in cui non deve essere presentata la dichiarazione Imu, anche in caso di modifiche. In particolare non occorre il documento se le variazioni interessano la prima casa, ossia quella in cui il proprietario è residente e ha la dimora abituale, in caso di vendita o acquisto di un immobile o se è stata presentata dichiarazione di successione. Per quanto riguarda le ultime due situazione appena descritte, i dati aggiornati vengono trasmessi in maniera automatica al Comune: dall’Agenzia delle Entrate dopo la registrazione della dichiarazione di successione e mediante il rogito per la compravendita di un immobile.

Per chi non rispetta l’obbligo di presentazione della dichiarazione Imu è prevista una sanzione dal 100% al 200% della maggiore imposta dovuta, con un minimo di 50 euro. È possibile pagare sanzioni ridotto usufruendo del ravvedimento operoso. Inoltrando, invece, una dichiarazione infedele si rischia una sanzione dal 50% al 100% della maggiore imposta dovuta.