La frittata è uno dei piatti di accompagnamento tipici della cucina giapponese, per farla bastano davvero pochi ingredienti.
Le uova, nel mondo, costituiscono uno degli alimenti più amati e utilizzati delle cucine internazionali. Basti pensare che stando ai dati raccolti dalla FAO, nel 2023 abbiamo prodotto circa 86 milioni di tonnellate di uova, corrispondenti a 1,4 trilioni di uova in un anno.
Il consumo di uova, ovviamente, può variare da Paese a Paese e in base alle abitudini alimentari nazionali e individuali. Chi segue un’alimentazione vegana, ad esempio, non ne consuma, mentre chi predilige cibi proteici nella propria dieta, molto probabilmente farà ampio uso di uova.
Non è un caso, dunque, che nel mondo siano tantissime le ricette a base di uova. Possiamo annoverarne l’uso in purezza, oppure all’interno di alimenti lavorati, come pasta all’uovo, dolci o biscotti.
Tra le modalità di consumo delle uova più note in tutto il mondo non possiamo non annoverare anche la frittata. Questa preparazione è particolarmente versatile poiché ci si possono aggiungere i più svariati ingredienti, ma non solo. La frittata ha un costo contenuto e si prepara in poco tempo e con pochi ingredienti.
La tipica frittata in stile giapponese, in questo senso, è emblematica. Si chiama tamagoyaki, che letteralmente significa “uovo fritto”, e si prepara solo con uova, salsa di soia, mirin, sale e zucchero… più ovviamente un goccio d’olio per la cottura.
Nella cucina giapponese è uno dei piatti di accompagnamento prediletti: non è raro trovarla ad esempio nelle zuppe oppure tra gli antipasti. Anche nella cucina sudcoreana la frittata è spesso parte integrante degli antipastini che accompagnano tutti i pasti.
Io la preparo spesso perché risulta sfiziosa e facile da preparare, ecco dunque il procedimento che seguo. Per prima cosa mi procuro delle uova fresche e grandi, possibilmente di quelle prese direttamente dal contadino.
In una ciotola sbatto 4 uova assieme a un cucchiaio di salsa di soia, uno di mirin (un condimento a base alcolica simile al sakè, dal sapore dolciastro), uno di zucchero e un pizzico di sale. Poi mi procuro una padella antiaderente, che metto a scaldare assieme a un filo d’olio: attenzione perché la base della pentola dovrà essere ben oliata.
A quel punto verso una piccola parte delle uova e lascio che si cuociano, poi “accartoccio” la frittatina a un lato della padella, aggiungo un altro filo d’olio e un’altra parte delle uova. A questo punto arriva il bello: quando la frittata è cotta, inizio ad arrotolarla su se stessa, facendo un roll attorno alle uova che ho precedentemente accantonato.
Si procede in questo modo fino a finire le uova nella ciotola. Quella che chiamiamo frittata giapponese è infatti più simile a un rotolo di uova, che potremo affettare e servire al fianco di un contorno di verdure o, perché no, in una bella ciotola di ramen.
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